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Grande Madre – A lezione in Comune di gemmoterapia

Grande Madre – A lezione in Comune di gemmoterapia
Sabato 27 aprile 2013 “Ottopagine” franca molinaro

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Domani, 28 aprile, Il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, il Dipartimento di Antropologia e il Comune di Bonito, presso la sala consiliare, ore 18, presentano: “Lezione di Gemmoterapia” della dottoressa Giuseppina Buscaino. Interverranno: Antonio Zullo sindaco di Bonito, Paolo Saggese direttore CDPS, Floriana Mastandrea giornalista, Erminia Barbieri, Giuseppina Buscaino erborista. Coordina e modera Franca Molinaro direttrice Dipartimento di Antropologia del CDPS.

Il prossimo appuntamento del Dipartimento di Antropologia del CDPS è dedicato alla gemmoterapia, una branca della fitoterapia che utilizza le gemme e le radici delle piante. Il Dipartimento diretto da chi scrive, con il sostegno costante di figure autorevoli quali Paolo Saggese, Nunzio Lucarelli, Emilio De Roma, Aldo Grieco, Paola Silano, Erminia Barbieri, Gerardo Lardieri, è sensibile a tutto quanto è in linea con la natura e l’uomo, la sua storia, le sue tradizioni, le cure e l’alimentazione, il tutto inscritto in una visione olistica che pone l’essere in simbiosi col cosmo. Per questo ho assecondato immediatamente il desiderio dell’erborista Giuseppina Buscaino, di voler illustrare un argomento così poco noto e inconsueto. Intanto anticipiamo ai lettori qualche nozione.
Negli anni ‘50, il medico belga Poi Henrysi si dedicò, per primo, allo studio e alla sperimentazione dei gemmoderivati. Egli riteneva che le piante, nel loro primo sviluppo, contenessero sostanze con caratteristiche particolari sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

In seguito, gli studi del luminare belga sono stati approfonditi da studiosi francesi fra i quali Martin, Paqualet, Netien, Tetau e Bergeret, costoro hanno sperimentato clinicamente gli effetti di queste cure alternative. In particolare, al professore Netien dell’Università di Lione, si devono i severi controlli di laboratorio sui gemmoderivati e l’indagine per la ricerca e il dosaggio di alcuni principi attivi. Dalla ricerca è emerso che, nelle piante adulte sono presenti solo in minima parte alcuni principi attivi mentre si ritrovano concentrati nelle parti allo stato embrionale. In tal proposito, uno studio molto interessante è stato eseguito sulle gemme di Ribes col quale si è dimostrata la diversa composizione quali-quantitativa delle gemme rispetto alle foglie della pianta adulta.

Si è infatti riscontrato che le gemme sono molto più ricche in aminoacidi, vitamina C ed eterosidi (antocianosidi e flavonoidi) per cui è stato possibile formulare delle ipotesi sulla attività terapeutica del gemmoderivato. I gemmoderivati si ottengono dalle parti vegetali, raccolte nel loro tempo balsamico, che di solito coincide con l’inizio della primavera. Queste parti sono sottoposte alla ripulitura immediata, alla triturazione, alla determinazione del grado di umidità ed infine alla macerazione. Dopo un lungo e delicato processo di macerazione, decantazione e filtraggio si ottiene il Macerato Glicerico (M.G.) di base dal quale con opportuna diluizione si otterrà il prodotto pronto per l’uso. La diluizione richiesta per i gemmoderivati è alla prima decimale hahnemaniana 1DH: ciò sta ad indicare che una parte del preparato di base viene diluita con 9 parti di una miscela contenente 50 parti di glicerina, 30 parti di alcool e 20 parti di acqua. L’impiego dei gemmoderivati è tenuto in particolare considerazione nella pratica medica fitoterapica ed omeopatica; spesso viene sfruttata l’azione “drenante” dei macerati glicerici come preparazione o complemento di terapie omeopatiche. L’azione di piante come il tarassaco, la bardana, il Lepidium, anticamente e comunemente conosciute per le loro proprietà drenanti quindi depurative, è moltiplicata dai gemmoderivati. In gran considerazione si hanno le radici di Althaea officinalis, da sempre conosciuta per le sue proprietà emollienti, che aiutano a combattere le infiammazioni connesse alla tosse secca e alla bronchite oltre alla stitichezza e abrasioni della pelle.

Noto anche l’Anice verde (Pimpinella anisum) i cui semi leniscono la tosse e supportano la digestione. La corteccia e i semi dell’Ippocastano (Aesculus hippocastanum) sono utilizzati per porre rimedio ai problemi circolatori e di coagulazione sanguigna. È riconosciuta alla corteccia dell’Olmo (Ulmus campestris) la capacità di curare scottature e piccole ferite, i nostri contadini la usavano durante la mietitura quando si ferivano con la falce. I semi di Rapunzia (Oenothera biennis) si mostrano un’ottima soluzione per ridurre il colesterolo e la pressione del sangue, le radici di Eupatorium cannabinum combattono i parassiti intestinali e sono altamente diuretici. Le radici di Enula Campana (Inula helenium) sono usate per la cura della pelle e in casi di influenza. I semi di Psillio (Plantago psyllium) sono impiegati per combattere la stipsi. Questo e tanto altro c’è da scoprire imparando a conoscere la Natura.

Interventi: Sindaco di Bonito Antonio Zullo
Floriana Mastandrea giornalista scrittrice
Giuseppina Buscaino erborista
Coordina e modera Franca Molinaro dirett. Dip. Antr. CDPS