Home » 2014 » May

Monthly Archives: May 2014

Attività 2013/14

eventi

A favore del dialetto

A favore del dialetto                                               di franca molinaro
??????????
Ottopagine 15 maggio 2014

Chi dice che l’Irpinia è morta o non si informa prima di parlare o è talmente pieno di sé che non riesce a prendere in considerazione tutte le piccole grandi cose che le persone fanno con passione e semplicità. Lo pensavo in autostrada tornando da un incontro con l’Università Tempo Libero di Avellino, curato dall’amico e compagno nella ricerca etnografica Aniello Russo . Un affiatato gruppo di persone, coordinate dall’eccellente presidente Rita Imbimbo ci ha caldamente ospitati; persone attente che cercavano di assimilare ogni parola, ogni sentimento. Per un paio d’ore ho avuto l’impressione di essere in una scuola di dialetto bergamasca dove, una schiera di attenti discepoli apprendono ansiosi, da un impeccabile maestro, termini dimenticati o cancellati dal comune parlare. L’Università, alla quale possono accedere tutti gli interessati, ospita intellettuali che mettono a disposizione della comunità tutto il loro sapere. Molti sono gli argomenti approfonditi nel corso dell’anno accademico, arte, letteratura, scienze, musica, medicina, tantissimi gli insegnanti degni di essere citati. Il professore Russo si occupa specificamente di dialetto irpino studiato attraverso la poesia dei suoi figli più validi. Un lavoro, quello di Russo, che cammina parallelo al nostro concorso “Echi di poesia dialettale”. Spiega Aniello – In Irpinia non esiste un dialetto unico. Io che ho pubblicato “La grammatica del dialetto irpino” ho potuto constatare che ci troviamo di fronte a oltre cento parlate, quasi una per ognuno dei 119 paesi che formano la provincia di Avellino. Paolo Saggese nel vol. I della Storia della Poesia irpina, affrontando l’argomento della poesia dialettale ha parlato di un arcipelago di isole linguistiche, in cui ogni paese ha la sua parlata, la sua storia, la sua identità. Naturalmente ogni cittadino dei vari comuni ha pensato e ha parlato nel proprio dialetto, così i poeti, nati tra il popolo hanno messo per iscritto i versi nella lingua materna. In dialetto irpino si è cominciato a scrivere già dal 1600, seguendo le orme del Basile, di S. Rosa, del Cortese che componevano in dialetto napoletano. Da non trascurare il bagnolese Giulio Acciano (1631-1661), autore di un poema eroicomico in un dialetto misto tra irpino e napoletano. Ma il dialetto irpino, come strumento linguistico, è stato adoperato in poesia abbastanza largamente solo nella seconda metà del Novecento, e tra i primi il nuscano Astrominica. Saggese traccia il profilo di ben 19 poeti dialettali (4 nel vol. I e 15 nel II della sua Storia della poesia irpina)-. In effetti Aniello ha ragione, il dialetto non è stato mai considerato più di tanto perché lingua povera, gli autori stessi si vergognavano di leggere le loro poesie per tema di esser derisi. L’italianizzazione voluta dal nuovo stato non fu l’unica causa della condanna a morte dei dialetti, già nel regno delle Due Sicilie la lingua nazionale era il napoletano, le parlate interne al regno erano considerate di second’ordine. Verso la metà del ‘900 l’Irpinia vide pochi bravi coraggiosi, Agostino Astrominica, Gennaro Romei, Raffaele Salvatore, Pasquale Martiniello, Margherita Belmonte, Fedele Giorgio.   La seconda metà ne vide pochi altri bravissimi tra cui Emilio Mariani, Fernando Antoniello, Aniello Russo, Salvatore Salvatore. Cinque anni fa, con  Paolo Saggese, decidemmo di dare il via a uno studio specifico della poesia dialettale, la prima serata a Bonito, la dedicammo alla ricerca della radice arcaica che vede la poesia dialettale irpina nata direttamente dal canto popolare, lo dimostrarono i canti dell’ultimo cantastorie di Bonito Paolino Minichiello, ma anche  le rime armoniose di Salvatore Salvatore. Saggese, da bravo critico che è, accolse la mia proposta di valorizzazione dei poeti dialettali, fu così che, appoggiati dall’Associazione Amo Montemarano, allora presidente l’attuale sindaco Beniamino Palmieri, partimmo con il primo “Raduno dei Poeti Dialettali”. Lo scorso anno vedemmo la partecipazione di ben quarantadue poeti provenienti anche dal napoletano, tra cui Giuseppe Vetromile e Giovanni D’Amiano; quest’anno, sempre con Amo Montemarano, siamo arrivati al quinto appuntamento, programmato per luglio. Inoltre, poeti provenienti da tutta la penisola hanno partecipato al concorso promosso dal nostro centro di ricerca “La Grande Madre”, concretizzando le aspirazioni dalle quali eravamo partiti. Questo lavoro fatto dal Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, dal Centro ricerca tradizioni popolari La Grande Madre, dall’Università del Tempo Libero di Avellino con Aniello Russo, ci qualifica e ci fa crescere permettendoci di confrontarci con il resto della penisola, col Nord soprattutto, che già da tanto promuove i propri idiomi con concorsi, scuole, radio libere, pagine web. Finalmente i nostri poeti dialettali hanno acquistato autostima, ora leggono volentieri i loro versi e partecipano ai concorsi con orgoglio classificandosi anche tra i vincitori. Per due anni, giurati da fuori regione hanno votato i nostri irpini al concorso dialettale da me curato per “Il Papavero”, tra i primi classificati: Salvatore Salvatore, Pompilio Dottore, Fernando Antoniello, Ettore Cicoira, Giovanni Famiglietti. Degni di essere menzionati tanti altri Irpini bravissimi nel loro linguaggio unico: Angelo Siciliano, Tullio Barbone, Virgilio Gambone, Libero Frascione, Gaetano Calabrese di Lioni e Gaetano Calabrese di Nusco, Marciano Casale, Angelo Cristofaro, Vito Donniacuo, Lucia Gaeta, Licia Furno, Giuseppe Iacoviello, Angelo Siciliano, Agostina Spagnuolo, Carmen De Vito, Anna Calabrese, Rosa Battista, Giuliana Caputo, Maria Ronca. Così, attraverso i vari dialetti, abbiamo ricostruito la cartina geografica dell’Irpinia, terra di lupi poeti.

-.

Tutti a Teora per la festa della Croce

 10150667_710033595726697_8049714374095601081_nLo scorso anno, il Centro di ricerca tradizioni popolari La Grande Madre, inserì la festa della Croce di Teora nel programma “Le ricorrenze della Grande Madre” unitamente ai comuni di Castelfranci, Prata PU e Bonito. Quella di Teora fu un’esperienza fantastica supportata dall’Amministrazione comunale Farina, da Irpiniaturismo e dal popolo Teorese numeroso e conviviale, nonché dalla presenza autorevole dell’antropologo Valerio Ricciardelli e dalla voce calda e coinvolgente di Gerardo Lardieri. Quest’anno, la Grande Madre mantiene l’impegno con la propria presenza, affinchè la tradizione recuperata sia mantenuta e rafforzata nel tempo. Ci vediamo a Teora col popolo teorese, l’Amministrazione comunale, il Centro di ricerca La Grande Madre; ACET; Slow Food-Terra Madre; Comitato Festeggiamo Teora; ACR Parrocchiale; Confraternita della Misericordia; Pro Loco; Forum Giovanile; Associazione Femminile Te…ieri, Te…ora, Te…sempre, con la chitarra di Gerardo Lardieri, e tutti gli amici che intendono festeggiare l’inizio della bella stagione alla luce dell’insegnamento di Gesù e della sua Croce, della compartecipazione, dell’amicizia e perchè no, dell’allegria.