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Monthly Archives: July 2014

Appuntamenti all’Osteria Pica

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Sabato della cultura tra arte e territorio                                                             franca molinaro
Continuano gli appuntamenti culturali nel salotto d’Irpinia divenuto ormai “internazionale”. Il mese di luglio, infatti, la sala espositiva dell’Osteria Pica di Lioni ospita una mostra di pittura dell’architetto Rudolf Keimel e della sua compagna Tea Marciano; due artisti affiatatissimi che si integrano e si completano in una sorta di gioiosa policromia energetica. Rudolf, austriaco, vincitore di numerosi concorsi di architettura, membro della Società d’Arte di Vienna, ha vissuto molti anni in Australia dove ha assorbito l’espressione artistica aborigena fondendola, in maniera assolutamente originale, con la sua lunga esperienza di impressionista dell’acquerello prima, di astrattista poi. Nei suoi lavori il colore prende vita, diventa vibrazione cromatica, suono e luce, ricerca e piacevole completezza dell’essere, egli sembra vivere delle sue creature che condividono il suo intimo con un forte senso del territorio, un sentimento universale che non si macchia di nazionalismo. A lui si affianca Tea, scenografa, costumista, esperta di tintura dei tessuti, addetta ai contatti, alle attività pratiche che comunque permettono agli artisti di vivere del loro lavoro. La sua pittura su stoffa riflette in qualche modo il mondo interiore del compagno, un universo di colori dove lo spirito trova la sua completezza. I suoi lavori, spesso con richiami etnici, esprimono leggerezza, poesia, armonia, serenità ma anche competenza tecnica e ricerca. Un bell’esempio di collaborazione tra artisti, concetto quasi sconosciuto tra queste categorie. La mostra, curata dall’architetto Nicola Guarino, segretario di Arteuropa, è stata inaugurata il 12 luglio in concomitanza con la presentazione della rivista Tema Magazine e l’enunciazione delle attività estive delle Pro Loco dell’Alta Irpinia. La rivista creata dalla giornalista Valeria Leone, è al suo quarto numero, è  bimestrale ed è distribuita in tutto il Sannio e l’Irpinia. La Leone, proveniente da una lunga esperienza giornalistica, con questa creatura perfeziona la sua attitudine alla comunicazione intelligente volta al sapere, alla conoscenza e alla promozione del territorio, il nome significa proprio: “Territorio e Molto Altro”. Una scommessa, quella di Valeria, appoggiata da un bel gruppo di giovani e meno giovani, amatori e professionisti. Si tratta di una rivista bella nella veste grafica e interessante nei contenuti che spaziano dalla storia all’attualità, dall’arte allo spettacolo, dalla cultura dotta a quella popolare. Valeria è una persona tenace e onesta, caratteri che si rispecchiano nella conduzione della rivista e nella struttura della stessa. Nel presentarla, Agostino Marsoner si è rifatto alla totalità dei classici partendo dalla Scuola di Elea e la sua visione olistica; Nunzio Lucarelli psicologo psicoterapeuta ha insistito sul valore della comunicazione in una società estremamente esperta in questo settore ma assolutamente incapace di comunicare umanamente. La rivista cartacea ha proprio questo valore aggiunto, la capacità umana di comunicare, partendo dai piacevoli incontri di redazione dove ogni membro espone il proprio pensiero e mette a disposizione il proprio potenziale umano e culturale, fino all’incontro con l’intera comunità attraverso immagini e parole impresse su un supporto tangibile. La rete, pur avendo un potenziale illimitato, non ha l’incidenza del cartaceo che, come tutte le cose “slow”, è a misura d’uomo e si conserva nel tempo. La rivista ha trovato consenso in Alta Irpinia e Tony Lucido, presidente della Pro Loco di Sant’Angelo dei Lombardi, oltre agli apprezzamenti ha espresso volontà di collaborazione. Presente alla serata numerosi artisti e personaggi del pantheon culturale irpino, da Alessandro Di Napoli del CDPS alla giornalista poetessa Vera Mocella, presenti le amministrazioni, il Sindaco di Sant’Angelo Rosanna Repole, l’Assessore alla Cultura di Lioni Salvatore Ruggiero e le pro Loco di Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Teora, Morra de Sanctis, Guardia dei Lombardi, tutte concordi a studiare piani di interazione per far fronte unico alla desertificazione delle aree interne. Anche Rudolf, pur non parlando l’italiano, ha espresso il suo parere. Il mio inglese scolastico ha richiesto l’intervento di Tea per la traduzione, ma  i sentimenti di amarezza e insieme di amore per il territorio, non necessitano di traduttori, erano i suoi occhi luminosi a trasmettere tutto l’entusiasmo e tutta l’ira, la determinazione nel voler ribaltare le cose e ridare vita a queste terre che lui ritiene “very nice”. “Occorre un grande abbraccio, – per dirla con Emilio De Roma- un abbraccio capace di trasmettere questi sentimenti nobili, di includere tutte le persone positive e capaci di contagiare, con la loro energia, quanti sono meno avvezzi a questa forma di affetto”. “Non basta la stretta di mano, – ricorda scherzando Antonio Pica –come ci ha insegnato Emilio De Roma, dobbiamo abbracciarci”.  Noi della Grande Madre siamo disposti a dare il nostro umile contributo a quest’oste folle che, sfidando i tempi, con una grande carica affettiva, si fa promotore di idee innovative alla luce dell’onestà e della disponibilità gratuita.

V Raduno dei poeti dialettali a Montemarano

10501679_907023682647823_1714626400215322200_n                             di franca molinaro
“Montemarano è un popolo”, dice il canto popolare raccolto da Luigi D’Agnese, infaticabile “servo” della ricerca e creatore del museo etnomusicale, Montemarano è un popolo che tiene fede alle sue radici ma con apertura mentale verso orizzonti possibili. Siamo al V Raduno dei poeti dialettali e quattro si son tenuti in questo paese con l’Associazione Amomontemarano Onlus. Ricordo il primo anno, allora era presidente l’attuale sindaco, Beniamino Palmieri, con Giuseppe Gammarino, si prodigarono per la prima timida esperienza. Oggi è presidente Antonio De Vito ma nulla è cambiato anzi, lo spirito si è rafforzato e la convinzione di continuare su questa strada è sempre maggiore. L’appoggio incondizionato dell’Amministrazione e di questa associazione di giovanissimi è una ulteriore spinta a continuare sulla strada che abbiamo intrapreso, è bello sapere che qualcuno crede nel nostro operato e il riconoscimento più grande, per noi che ci occupiamo gratuitamente di cultura, ma soprattutto di ricerca, sia essa in campo etnografico che letterario, è essere appoggiati e condivisi. Quest’anno abbiamo avuto qualche poeta che ha trascorso la notte in paese per poter partecipare, questo vuol dire che il nostro lavoro comincia a fruttificare e inserirsi in un circuito tangibile, la poesia, dalla parola passa ai fatti, diventa parte dell’economia e del tessuto sociale della comunità. Sono ambiziosa e penso che se siamo riusciti a riunire l’Italia in un concorso di poesia possiamo anche farlo per un raduno nel momento in cui i tempi saranno maturi. Mentre tutto va allo sfacelo parlare di poesia potrebbe sembrare ridicolo ma è proprio recuperando i sentimenti che si può tentare di salvare il mondo. Il calore delle persone presenti, l’affetto che ho avvertito dai più, ha mitigato la serata freddissima ed ha permesso ai poeti di trattenersi fino all’ultimo verso, c’è stato uno scambio di indumenti, giacche, sciarpe, stole, maglie, ognuno ha prestato quello che aveva per mettere a proprio agio chi non era abituato alle temperature di montagna. Il resto poi lo ha fatto la poesia e la musica di Nunzio Lucarelli e Gerardo Lardieri, l’inno montemaranese cantato da Gerardo Dell’Affetto, il teatro di Generoso Salvio, Luigi Corrado e il piccolo Manuel Antonio Bruno. Infreddoliti ma soddisfatti tutti, i poeti soprattutto, che oltre al vestiario si son scambiati baci e abbracci. Per tutti è stato un momento speciale, una sorta di magia che ha permesso una serata di gioia e di comunione.  E’ stata una serata sincera, si avvertiva il piacere di stare insieme, con o senza parole, nessuno aveva la presunzione di sentirsi migliore dell’altro. E’ a questo che serve il raduno, per farci ritrovare e riscoprire quelle energie buone che giungono dall’amore. Abbiamo ascoltato versi solari con la magnifica Rosa Battista, versi di risentimento nelle difficili situazioni che la vita riserva con Anna Calabrese, amori d’altre generazioni per Giuliana Caputo, considerazioni profonde di Lucia Gaeta “E ‘a Marunnelle chiagne sembe ce vulesse sarvà a tutte quante pecchè simmo tutti figli suoie. E allora che aspettamme stamme ancore a tiempe a fa nu passe arrete e ‘a dicere: Pataterno mie perduòneme! Ancora, considerazioni sui dialetti con Anna Renna, un po’ di satira e un malinconia con Marciano Casale, versi d’amore per Michele La Montagna, struggente amore per la vita di Stefania Russo “E lasseme campà, vurria vedè ancora o mare e varche do’ viento cunnuliate, ‘o sole che me vasa a faccia, nennella mia ca m’accarezza l’anema”, folklore e credenze in  Angelo Cristofaro tra malocchio e maldicenza, lode alle messi sacre per Giuseppe Iacoviello, incisivo e appassionato Gaetano Calabrese da Lioni, romantico e poliglotta Gaetano Calabrese da Nusco, autobiografico e sincero Luciano Acunzo nel narrare la sua vita di poeta, ironico e pungente Carmine Montella nel raccontare di chi vuol apparire ma non ha nulla in cuore: “Specchio, specchio delle mie brame, / guarda ccá! Chi é la più bella del reame? / Ca tu ‘e tire, ca tu ‘e vizze, / chelle s’ammosciano sempe / comm’ a ddoie pere ‘ncopp’ ‘a panza! / Lasce ‘e stá, nun ‘e tuccá, a chesta età lasce ‘e pennere, / lasce ‘e ffá ‘o tiempo loro; poesia d’altri tempi quella di Tullio Barbone ricca di immagini nitide;  Salvatore Salvatore ricorda il carnevale per essere a tema col paese dal carnevale antico quando il mondo, ancora dolore per Nicola Guarino, spirito malinconico e sensibile in una Teora che ha perduto la sua identità architettonica e tenta disperatamente di salvare i beni immateriali,  Giovanni Croce canta per la sua Napoli che non va toccata, e ancora una Licia Furno riservata e timida nei versi nonostante il suo austero apparire. Giuseppe Iuliano ha interpretato Agostino Astrominica, tra i primi poeti che, nel secolo scorso, ebbero il coraggio di adottare l’idioma natio. Forse non tutti i poeti dialettali hanno la massima competenza linguistica ma sicuramente tutti danno voce al cuore e questo è il motivo principale che caratterizza chi scrive in dialetto. Nulla a togliere alla poesia dotta ma guai a chi scrive per puro formalismo sebbene con competenza stilistica, sarebbe una poesia vuota, senza sentimento, una semplice esercitazione letteraria. Per questi motivi io incito i miei cari amici poeti dialettali a restare sempre umili nella loro bravura, umili e uniti per avere voce. Natalia De Vito spiega: “La posizione di ognuno di noi nei confronti del dialetto ha una motivazione affettiva ma è anche indice di frammentazione territoriale. Il raduno dei poeti dialettali serve proprio ad evitare un dialetto isolato, mettendo in risalto le caratteristiche e la storia dei paesi”. Abbiamo preso atto di una verità da sempre predicata da Paolo Saggese e dal mio coordinatore Emilio De Roma, occorre essere squadra, come nello sport, come in tutte le circostanze, ed occorre perseveranza, il successo di questo quinto raduno ce lo conferma, come la presenza di un autore Meridionale agli esami di stato di quest’anno, confermano la caparbietà e il successo di Paolo Saggese nella sua ben nota battaglia per la dannazio memoriae della poesia del Sud.