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Echi di poesia dialettale 2016: le impressioni di una giurata, Andreina Solari da Leivi, Genova

DSC_0155Il Centro di Ricerca Tradizioni Popolari anche quest’anno ha concluso in bellezza il premio Internazionale Echi di Poesia dialettale 2016. Limitarsi a dire che si tratta solo di poesia è riduttivo. C’è ben altro che rende grande questo evento perché mette in primo piano il lato umano. Infatti non è circoscritto al solo pomeriggio della premiazione. E no, la Presidente del Premio Franca Molinaro e il Presidente di Giuria Emilio De Roma, ci vogliono riuniti per la cena antecedente l’evento. Raggiungiamo Castelvetere con le loro auto. Hanno ragionato sulla lunghezza del viaggio, per cui dovevamo sentirci da subito a nostro agio. L’ospite è sacro. Cena incomparabile, tra un boccone e una sorsata di ottimo vino si familiarizza. La stanchezza lascia il posto all’allegria. La mattina successiva appuntamento a Bonito presso il Museo delle cose perdute. Un tuffo nel passato. Stanze che traboccano di oggetti d’ogni tipo a testimoniare le tradizioni della gente locale. Siamo poi invitati a scendere nel giardino attiguo al museo, ospiti di Gaetano Di Vito. Avvengono le premiazioni dei Poeti residenti all’estero. Segue rinfresco a base di dolci tipici e bevande. Ci sparpagliamo all’intorno e simpatizziamo in attesa del pranzo. Si formano i gruppi che prendono posto ai tavoli. C’è tutta l’Italia rappresentata dai poeti che degustano e apprezzano i prodotti locali cucinati ad arte. All’ora convenuta per l’evento ci spostiamo nella stupenda sala del convento Sant’Antonio da Padova, luogo della tanto attesa premiazione. L’aria che si respira è intrisa d’amicizia sincera, di voglia di comunicare, d’ascoltare e condividere momenti d’emozione. Si crea un’empatia che sprigiona dal contatto raffinato e cordiale con il quale si viene accolti e invitati a prendere posto e ad ammirare le tante bancarelle che attorno al chiostro espongono lavori artigianali. L’orologio del campanile ci ricorda che è giunta l’ora di dare inizio alla premiazione. Una breve introduzione e tanta poesia contornata dalle note musicali di fisarmonica e organetti. Ogni poeta premiato riceve un’opera donata da un artista, pittore o scultore, lavori eseguiti artigianalmente. Nessuno è stato dimenticato, ci sono riconoscimenti per tutti coloro che in qualche modo hanno prestato collaborazione. E cosa di meglio se non i medaglioni con il simbolo adottato dal Centro di Ricerca Tradizioni Popolari della Grande Madre? Il serpentone che avvolge la spiga di grano, elemento sacro per tutte le genti del Mediterraneo. La manifestazione si conclude a tarda sera con grande gratificazione di tutti i partecipanti ed un arrivederci al prossimo anno. A questo punto esprimo il mio sincero pensiero di incoraggiamento ai due Presidenti per il lavoro che svolgono. Tutti i Poeti vorrei capissero il compito di noi giurati. E agli esclusi di non giudicarci severi o privi di comprensione. Anche per voi Franca ed Emilio hanno trovato la giusta collocazione nell’antologia che quest’anno è cresciuta a dismisura come è cresciuto il Premio nelle sue tante sfumature. Sono orgogliosa di far parte della Giuria di questo prestigioso concorso che vedo crescere di anno in anno, col progressivo aumento del numero dei partecipanti e dei sostenitori. Il lavoro di recupero di tutti i dialetti, patrimonio indiscutibile delle nostre radici, inizia a ripagare i sacrifici e l’impegno profuso dai due Presidenti. Le foto rendono merito alla manifestazione e si fanno scrigno delle emozioni impresse indelebilmente nei nostri cuori. Andreina Solari

Concorso internazionale “Echi di poesia dialettale 2016” la premiazione

DSC_0280Bonito 24 luglio 2016
Quest’anno possiamo affermare di aver raggiunto l’obiettivo prefissatoci quando abbiamo stilato il programma del premio: creare un clima disteso in cui l’alterigia e l’arroganza non dovevano comparire affatto. Fu di Yvonne Scherken l’idea di inventarci un pranzo nel giardino del Museo delle cose perdute di Gaetano Di Vito e con qualche perplessità concordammo tutti. Poi pensammo di invitare Terramica a cucinare i suoi prodotti a Km 0. E’ stata una scommessa vinta, i poeti giunti da tutta Italia e dall’estero, sono stati felici di ritrovarsi in modo informale e consumare un pasto squisito, distribuito in una cassettina di legno con posata di legno. Alla musica ci ha pensato la chitarra e la voce magnifica di Mario Vitale, il vino aglianico ha scaldato il cuore più del sole cocente. La visita al museo ha appassionato tutti e Gaetano, ottimo cicerone è finalmente  sbarcato fuori provincia. Grazie alla nostra richiesta di patrocinio, ora all’UNESCO sanno che esiste un paesino che si chiama Bonito e un ragazzo che ha fatto da sé tutto quanto e gratuitamente mette a disposizione spazi e conoscenza.
Nel pomeriggio poi, la premiazione, nonostante la sua rigidità di etichetta, è risultata più distesa e informale. Non si è avvertita nessuna nota stonata ma solo un piacevole stare insieme sostenuto dalla poesia con i suoi tanti dialetti. Sono stati premiati i poeti presenti, vincitori per la sezione estero: primo premio Pino Sollazzo dall’Australia, per lui ha ritirato la nipote Mariateresa di San Martino di Taurianova; secondo Carmela Marino dal Canton Ticino. Per la sezione italiana Alberto Pattini ha ricevuto la Grande Madre in onice estero dello scultore Alessandro Battaglino, e il premio “Emozioni d’Irpinia offerto dall’Albergo diffuso Borgo di Castelvetere; a secondo posto Cosima Cardona di Scilla (RC), terzo Giovanni D’Amiano di Napoli. Per la sezione religiosa al primo posto suor Maria Giuseppina Bristot di Caserta e al terzo posto Emilia De Vecchis di Pescocanale, Aquila. Per la poesia juniores Primo premio Pia Rossella Santoli di Torella dei Lombardi (AV), secondo posto Caterina Caputo di Pietradefusi (AV), terzo posto Ida e Anthea Petrillo di Pietradefusi, per Giuseppe Antonio Fava di Reggio Calabria, ha ritirato la madre Francesca Amodeo. Libero Frascione è stato il vincitore del premio Montemarano scelto tra i poeti partecipanti al VII raduno dei poeti dialettali. Delle menzioni d’onore, segnalazioni e meritevoli dell’inserimento in antologia erano presenti i poeti: Gustavo di Domenico da Albano Laziale, Roma, Carmela D’Antonio, Domenico Panella, Fortunato Vesce e Alfonso Impronta da Benevento, Raffaela Angelino e Grazia Mazzeo dalla Puglia, Mirella Merino e Nicola Guarino dalla Valle del Sele, Antonietta di Benedetto da Roccasicura, Isernia, Fernando Antoniello di Torella dei Lombardi (AV), Bruno Preziosi di Monteforte (AV), Agostina Spagnuolo di Capriglia Irpina (AV), Giuseppe Iacoviello dalla Baronia (AV), Mario Vitale da Grottaminarda (AV). Presenti i giurati: Andreina Solari dalla Liguria, Adriana D’Argenio dalla Toscana, Giuseppe Vetromile da Napoli, gli Irpini Daniela Vigliotta col presidente di giuria Emilio De Roma, Yvonne ScherKen e Giuseppe Grieco da Calvi (BN). Hanno messo a disposizione le loro opere gli artisti: Alessandro Battaglino (AV), Fulvia Bruno (AV), Eduardo Buccelli (AV), Adriana D’Argenio (FI), Emilio De Roma (AV), Angela Giuliani Perugi (FI), Nicola Guarino (AV), Nadia Marano (AV), Fabio Di Martino (GE), Franca Molinaro (BN), Antonio Pascale (AV), Carmen Radassao (NA), Sara Sellitto (BN), Benito Vertullo (LT). La musica è stata affidata alla fisarmonica di Cirocco Lorenzo e agli organetti di Daniela Vigliotta e del giovanissimo Ciardiello Giuseppe.

“Echi di Poesia dialettale 2016” La premiazione

manifestoAppuntamento a Bonito il 24 luglio per la giornata di premiazione di “Echi di poesia dialettale 2016”. Si inizia alle 10 am nel Giardino delle Cose Perdute di Gaetano Di Vito, in Via Roma, con aperitivo all’antica (biscotti e taralli del panificio Antichi Sapori del Sannio), incontro con i poeti e premiazione del poeta vincitore del VII Raduno dei poeti dialettali di Montemarano da parte dell’Associazione Amomontemarano. Segue letture poetiche e pranzo con prodotti a Km 0 dell’Azienda agricola Terramica. Intrattenimento musicale con la chitarra di Mario Vitale e letture poetiche. Visita al museo di Gaetano. Alle 16 si apre il Convento Sant’Antonio da Padova dove si potrà visitare la mostra di arte, artigianato e prodotti locali. Segue premiazione, letture poetiche dei premiati e intrattenimento musicale a cura dei musicisti della Grande Madre. Come per l’agricoltore, che in luglio mette il grano in magazzino, così per noi della Grande Madre è tempo di raccolto. Chi crede nel nostro lavoro, seriamente e sinceramente, senza ipocrisia d’occasione, ci ha dimostrato la sua vicinanza e il suo appoggio, a partire dagli sponsor, dai poeti che ci raggiungeranno dall’estero e dall’Italia tutta, dai comuni che ci hanno sostenuto con la loro insostituibile collaborazione, dai giurati tutti. Il mio grazie dunque all’UNESCO che ormai da anni ci patrocina, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione Campania, i comuni di Bonito col sindaco Giuseppe de Pasquale comune di Calitri col nostro collaboratore Alfonso Nannariello, comune di Castel Baronia, con Carmine Famiglietti e Felice Martone, comune di Leivi con Andreina Solari, comune di Montemarano Beniamino Palmieri, comune di Rocca san Felice Erika Fiorillo, comune di Teora Stefano Farina, comune di Vallesaccarda Franco Archidiacono, Irpinia Turismo di Agostino Della Gatta, Tabula Picta di Firenze con Adriana D’argenio Amici del Bosco di Origgio Milano, Circolo letterario Anastasiano con Giuseppe Vetromile, il CDPS Saggese Paolo AmoMontemarano Antonio De Vito l’UPI Michele Ciasullo e Antonio Morgante, Anpas Bonito,i giurati col presidente Emilio De Roma Adriana D’argenio Giuseppe Gangemi Andreina Solari Giuseppe Vetromile Ana D’Alonzo Giosue Gilberto Di Molfetta Yvonne Scherken Giuseppe Grieco Saggese Paolo Daniela Vigliotta Carmen Fumagalli Guariglia Aldo Grieco Gerardo Lardieri,Antonio Vincenzo Nazzaro per il suo contributo in antologia, gli artisti che hanno donato le loro opere: Alessandro Battaglino, Fulvia Bruno, Eduardo Buccelli, Adriana D’Argenio, Emilio De Roma, Angela Giuliani Perugi, Nicola Guarino, Nadia Marano, Fabio Di Martino, Antonio Pascale , Carmen Radassao, Sara Sellitto, Benito Vertullo; gli sponsor senza dei quali sarebbe stato impossibile arrivare a questo punto, AutoscuolaLardieri Lardieri Antonella Lardieri A Due Glass Annicchiarico Il Ponte Comitato Civico Valeria Leone Valeria Leone Due Antica Quercia di Giuseppe Molinaro e Maria Alfonsina Molinaro Villa Sant’Andrea, Zembalo Gesualdo, Dimensione Tecnica Antonio Bocchino Agriturismo la Macchia Gienne Mobili, Macelleria Frusciante, Fratelli Micco, Oleificio Fam, Tappezzeria del Grosso, Vetreria Moscato, Azagr Terramica, Azienda Iside Maria Grazia De Mariagrazia De Gregorio, Albergo Diffuso Borgo di Castelvetere, Idea Fiori Mirabella Eclano, Mulino La Porta Bonito, Macelleria Tordiglione, Antiche Terme di San Teodoro, Calzature Diffusion, Panificio Antichi Sapori del Sannio, Atelier 39, Caseificio Zitola, Studio Legale Florinda Beatrice Rimini. Ringraziamo Sallicandro Silvio per l’ottimo lavoro fatto con l’antologia e tutti i poeti che hanno partecipato.

Montemarano 2016, VII Raduno dei Poeti Dialettali

DSC_0101Con la caparbietà che ormai ci caratterizza, siamo arrivati al VII Raduno dei Poeti dialettali, che si svolge ormai ogni anno a Montemarano, grazie all’impegno dell’Associazione socio-culturale-ambientale Amomontemarano Onlus e dell’Amministrazione Palmieri. Collaboratori in questa esperienza, gli amici del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, fu a loro, nel 2008, che sottoposi il problema della poesia dialettale affrontato, con pochi autori, da Paolo Saggese nella sua Storia della Poesia Irpina edita per Sellino. Saggese individuò quattro figure di poeti dialettali di cui tracciò i profili, io stessa mi ritrovai nella sezione dei poeti meridionalisti, sebbene con gran gioia e onore, ma non dialettale per la ragione che, come gli altri parolieri dialettali evitavo di esporre le mie liriche per tema di critiche negative. Mi incoraggiò il primo premio a Solofra, per il dialetto, poi a Quadrelle, Trevico ecc. Così decidemmo, con Paolo Saggese, di iniziare uno studio sistematico della provincia avellinese e delle sue radici culturali. Dalle prime quattro figure di Saggese siamo a trenta adesioni al Raduno e ben 51 nella mappatura della provincia di Avellino. La sfida che oggi Paolo propone è di ricostruire la Storia della Poesia dialettale Irpina ed indagare negli altri comuni che ancora non hanno rivelato il loro poeta. Si può fare, con l’impegno di tutti sicuramente perché c’è ancora mezzo territorio da rastrellare. In verità, noi della Grande Madre abbiamo suggerito la mappatura a tutti i collaboratori nelle varie provincie italiane, molti hanno apprezzato la nostra idea, qualcuno ha risposto con amarezza che l’alterigia degli autori non merita tanto lavoro. Eppure, predica dopo predica, i poeti della Grande Madre hanno condiviso la nostra linea di umiltà, di amicizia, deponendo la corona prima di incontrarci. Chi non condivide questa linea si allontana, si autoelimina, chi ci crede ci raggiunge anche senza conoscerci personalmente. Opportuno è mantenere i piedi a terra e volare solo col cuore, cercare l’amicizia, il rapporto di fratellanza amorosa nel rispetto della scrittura, saranno i posteri poi a decidere chi di noi è stato o non poeta. E seppure la gloria non dovesse arrivare dopo la nostra dipartita cosa ci cambia? La vita è nell’attimo fuggente in cui si recita o si ascolta, in quella sottile trasmissione di emozioni che gonfiano il cuore di gioia o gli occhi di lacrime, che rendono la bestia umana più docile scrollandole di dosso la materia rugosa e sdrucciolevole. Per l’autore deve tutto risolversi nella gioia della trasmissione e per l’ascoltatore nella successiva catarsi. Occorre avere un cuore sensibile per far fronte agli orrori continui che l’umanità propina a se stessa e questo cuore lo ha il poeta e chi sa ascoltare la poesia. Il verso dialettale poi ha il valore aggiunto del recupero, mirabile esempio lo è la poesia di Libero Frascione di Bisaccia con i luoghi, le cose, i nomi delle piante, le situazioni; di Giuseppe Iacoviello da San Nicola Baronia che impartisce una splendida lezione di etnobotanica; di Costantino Firinu di San Sossio Baronia col suo ricalcare un antico motivo caro ai cunti dei nonni: la predica cantata del sacerdote offeso. Tutta intimista la poesia di Gustavo Di Domenico da Albano Laziale che, con la sua modestia, ogni volta è modello di umiltà. Malinconica e narrativa con la musicalità della rima, la poesia di Tullio Barbone da Montella che racconta di un millennio andato tra squarci di surta e pianori. Ironico e allegro il poliglotta Gaetano Calabrese di Nusco, triste per l’oraziana esperienza notturna Aniello Apicella di Salerno. Marciano Casale ritorna con i suoi ricordi inevitabilmente legati a Taurasi e al suo vino. Maria Clotilde Cundari riporta voci e suoni di una Napoli di miserie la cui fede caratteristica è tipica del luogo. Per Angelo Cristofaro c’è la consapevolezza del tempo che passa e della vecchiaia che inesorabilmente arriva ma sempre col sorriso e il coraggio dell’ironia. Dolorosa ma realistica con pennellate nette la poesia di Luciana Esposito, che racconta del barbone l’ora dolce della sua dipartita. Poderosa come una quercia la poesia di Licia Furno, intreccia metafore magnifiche che rendono appieno il sentimento materno verso tutte le creature della Grande Madre. Sul tema del classico napoletano scivola dolce la poesia di Lucia Gaeta con i suoi desideri di pace e bontà mentre il fratello Bruno manifesta chiaramente la sua preoccupazione per la sorte del mondo. Sempre rimarca il cambiamento della sua Teora, con amarezza, Nicola Guarino che ancora non metabolizza il cambiamento repentino del post-terremoto. Cambia punto di vista Carmine Montella e si figura cane abbandonato nel bosco con paure umane ma che sicuramente anche il compagno peloso può provare. Per Lello Marino ritorna l’antica dicotomia bene-male che si personifica nelle icone dei puttini angioletto-diavoletto. Profonda e spirituale la poesia di Mirella Merino, quasi esoterica nei suoi riferimenti simbolici, come di sacerdotessa in meditazione. Anna Renna ha ricordi di gioventù colorati con mani di pittrice e termini dissotterrati lungo il corso del Sabato. Bruno Preziosi è in cerca di un pensiero antico che gli riporti l’uso corretto della sua lingua d’infanzia non rassegnandosi al continuo divenire del linguaggio come organismo vivo e recettivo.  Docile e dolce Stefania Russo si pone con la timidezza della sua poesia e della sua persona conquistando spesso per la sua indole. Poesia pura nelle immagini nitide e nei versi spesso rimati di Salvatore Salvatore che la impasta con l’amore per la sua donna  confusa, a volte, con la sua terra. Infine son ricordi belli quelli di Agostina Spagnuolo che ha appena dato alla stampa due testi di ricerca storica su Capriglia Irpina e Guardia dei Lombardi. A concludere Aldo De Francesco con la sua performance storico-poetica dedicata a Bella di Montemarano la gentildonna che abitò il castello in epoca angioina, e una sua poesia tratta dalla recente silloge dialettale “Viento ‘e cimma”. Tutti contenti dunque, per il successo della serata, per l’atmosfera familiare, entusiasmati dai grandi progetti emersi dagli interventi. Il raduno dovrà crescere, ci auguriamo mantenendo sempre gli stessi principi con cui lo abbiamo creato.