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EPHEMERIS DUO: quando la storia diventa musica

25151859_1718261498237230_4756104154142815132_nIn occasione della rievocazione storica di Pietradefusi, lo scorso dicembre, fui colpita dallo stile e dalla musica di due ragazzi, un duo di musicisti un po’ “fuori dal tempo”. Così incuriosita cominciammo a chiacchierare per capire qualcosa in più. Condivido con i lettori gli approfondimenti inviatemi dalla calabrese Simona Gatto e dal veneziano Davide Gazzato dove ci raccontano un po’ del loro straordinario lavoro di ricerca musicale.
Intanto cominciamo dal nome, cosa sono le effemeridi?
Le Effemeridi venivano usate sin dall’antichità dalle popolazioni mesopotamiche e precolombiane. Tramite le Effemeridi si possono anticipare le posizioni degli astri, pianificare le loro osservazioni e conoscere la loro posizione in ogni punto preciso del firmamento.

Chi è dunque il duo Ephēmeris? Il duo nasce nel 2015 nell’ambito dei Seminari di Musica Antica del Conservatorio B. Marcello di Venezia. Pur provenendo da esperienze differenti, ma uniti dall’amore per le tradizioni musicali del Mediterraneo, dei Balcani e del Medio Oriente, decidono di dar vita ad un progetto fluido, che abbraccia la musica antica (medievale, rinascimentale) e la musica popolare.
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Concerto “Historiae Terrae Maris” -storie di terra e di mare Simona Gatto: canto, ghironda, cetra, flauto dolce soprano, percussioni. Davide Gazzato: liuto rinascimentale, vihuela, tiorba, flauto dolce soprano e contralto, cornamusa francese, percussioni.

Un po’ di storia per il “Historiae Terrae Maris”
Con il rifiorire della spiritualità all’inizio del secondo millennio, una moltitudine di pellegrini, di ogni età e condizione sociale, percorse l’Europa verso tre grandi mète: • La Terra Santa e Gerusalemme, con i luoghi della passione del Signore; • Roma, con le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo; • Santiago di Compostela, estrema punta dell’Europa occidentale, finis terrae, dove si venerava la Tomba dell’Apostolo Giacomo, primo tra gli Apostoli a subire il martirio. Tuttavia non sempre la molla che spingeva il devoto a divenire pellegrino era “la ricerca della perduta Patria celeste”. Infatti, accanto al “pellegrinaggio volontario”, era in uso il “pellegrinaggio obbligatorio” o “giudiziale” imposto dall’autorità civile, per allontanare dalla comunità elementi turbolenti, e dai confessori religiosi dell’Inquisizione i quali bandivano il clero simoniaco, o gli eretici minori ed i sacrileghi.
Il concerto “Historiae Terrae Maris” affronta un repertorio di musiche e di canti legati, in vario modo, al pellegrinaggio medievale.
Tra le tante mète di culto, la scelta si concentra sulle tre più importanti direttrici: la “via di Gerusalemme” (la più antica), la “via verso Roma” e la “via di Santiago di Compostela”; le ultime due, com’è noto, assorbirono in massima parte il flusso dei pellegrini dopo il fallimento delle Crociate.
Il pellegrinaggio a Roma veniva detto ad limina Apostolorum , cioè al sepolcro dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Le strade più battute dai pellegrini del Medioevo erano due, la Via Romea (dal nord-est) e la Via Francigena (dal nord-ovest).
Nella città di Gerusalemme, che aveva visto il martirio e la risurrezione di Gesù, si incentrava l’aspirazione massima dell’uomo medievale come mèta da raggiungere e spingerlo quindi, secondo l’insegnamento del Maestro, a “lasciare la propria casa, il padre, la madre, la sposa, i figli, i campi” ed a prendere sulle spalle la croce per l’espiazione dei propri peccati. Per questo motivo, nei secoli XI, XII e XIII, anche la crociata viene vista come un’avventura spirituale, quindi come un pellegrinaggio. Nella letteratura trovadorica appaiono richiami all’assimilazione della crociata ai viaggi devozionali per la salvezza dell’anima: En leial romavia ; Selh que seran adreitamen romien sono parole di lode di Aimeric de Peguilhan. Guilhem Figueira prega il Signore in tal modo: Date forza e vigore / e buon consiglio ai vostri pellegrini / e preservateli da pena e da vento avverso, / in modo che possano senza esitazione passare / là per recuperare con il vostro aiuto / la santa croce e il santo sepolcro.
Il terzo viaggio è il cosiddetto Camino Sancti Jacobi che conduce in Galizia, al sepolcro dell’Apostolo Giacomo il Maggiore. Su questo itinerario si è sviluppata una vasta letteratura collegata al pellegrinaggio medievale, alla quale è possibile attingere grazie ad importanti codici: il Llibre Vermell del Monastero di Montserrat, il Codex Calixtinus di Santiago, oltre alla monumentale raccolta delle Cantigas de Santa Maria che Alfonso X “El Sabio”, re di Castiglia e León, fece realizzare tra il 1250 ed il 1280.
“Historiae Terrae Maris” è un viaggio che percorre in cinque secoli le antiche vie dei Cammini, che dal Medioevo furono crocevia di culture, tradizioni e….musiche. Dall’Italia di S.Francesco alla Spagna di Alfonso X, passando per la Francia dei troubadours e dei trouvières, racconteremo storie di fede e cammino, di vino e taverne, di cavalieri e dame, di amori e lealtà .
Lo spettacolo ha una durata di 1 ora e 30/ 2 ore circa, e prevede al suo interno un percorso narrativo.

download.jpgSIMONA GATTO – note biografiche Simona Gatto nasce ad Orvieto nel 1983. Nel 2006 si trasferisce a Lorient, Bretagna, dove viene a contatto con la tradizione culturale bretone e interceltica e segue laboratori di musica d’insieme presso l”Ecole de musique et de danse” di Lorient. Nel 2009 fonda insieme a Marta Celli il duo Alarc’h, con il quale suona nei maggiori festival di musica folk in Italia e in Europa ed è finalista al Premio Parodi 2015; e con cui pubblica due album “The rambling tree” e “Caminantes del azul”. Nel 2012 si appassiona alle musiche modali extraeuropee e segue corsi di canto classico Ottomano con Ali Erdogdular, tamburi a cornice con Zohar Fresco, musica modale con Christos Barbas, musica afghana con Daud Khan Sadozai presso la Labyrinth School di Creta, diretta da Ross Daly. Nel 2013 studia Canto indiano di stile Khayal con Sangeeta Bandyopadhyay a Calcutta e stile Dhrupad con i Gundecha Brothers a Bhopal (India). Collabora con diversi artisti e progetti musicali nell’ambito della musica antica, world ed extraeuropea (Efrèn Lopez, Aleksandar Karlic & Yefira, Baba Sissoko, Almoraima, Finis Terre, Conservatorio ‘B.Marcello’ Venezia) oltre a portare avanti il progetto “Il Canto nell’Antro”, per il quale ha scritto testi e musiche ed il progetto Ephēmeris in duo con il liutista Davide Gazzato.
DAVIDE GAZZATO -note biografiche Davide Gazzato nasce a Mirano (VE) nel 1984. Si diploma con il massimo dei voti e la lode in liuto rinascimentale e strumenti antichi (I° e II° livello) presso il Conservatorio ‘Benedetto Marcello’ di Venezia, sotto la guida del M° Tiziano Bagnati. Ha frequentato corsi di perfezionamento in Italia e all’estero, tenuti da prestigiosi maestri e musicisti sia nell’ambito della musica antica che delle musiche modali extraeuropee, come Claudia Caffagni, Massimo Lonardi, Accademia Bizantina, Zohar Fresco, Aleksandar Karlic. Ha effettuato per la Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia le seguenti incisioni: Giovanni Legrenzi:devozione barocca e sottigliezze d’intendimento (2015) e Passio Venetiae. Concerto di musiche di Giovanni Rovetta per il giorno delle Ceneri (2016). Attivo sia come solista al liuto rinascimentale e vihuela de mano che come componente di ensemble da camera ed orchestra barocca, si è esibito in contesti prestigiosi: L’Orfeo di C. Monteverdi- Teatro Olimpico Vicenza, Concerto per il Presidente della Repubblica- Palazzo Ducale Venezia, Juditha triumphans di A. Vivaldi -Teatro Comunale Ferrara, Omaggio a Giovanna D’Arco – Teatro La Fenice Venezia, Premio Campiello – Ca’ Rezzonico Venezia, Il combattimento di Tancredi e Clorinda – Palazzo Mocenigo Venezia, La serva padrona – Villa Emo Treviso, solo per citarne alcuni. Collabora come continuista all’arciliuto e tiorba e come percussionista in varie formazioni musicali dedite all’esecuzione della musica antica con strumenti originali (I foresti Veneziani, Ensemble Claudio Monteverdi, Cappella Marciana, Ephemeris duo).

A piedi nudi tra la nebbia di Gianluca Melillo

received_1986557934707033Melillo é un poeta che trasmette un significato, o meglio che subordina il messaggio estetico alla sua necessità di dichiarare i problemi, oggettivi e anche urgenti di una massa non più anonima, facendo risaltare,anche, la singolarità del suono.”E’ un vero poeta, colui che si pone il problema della trasmissione del messaggio, colui che utilizza il significante per focalizzare il significato”aforisma178 da Il Mestiere del poeta Susanna Pelizza