Home » 2018 » October

Monthly Archives: October 2018

Il battesimo di Rabel l’Osco itinerante

Alla Mephite con Auser Uselte Benevento

44065165_10212672710163202_244988654005518336_n.jpgTra le attività 2018 del Centro di ricerca tradizioni popolari “La Grande Madre”, prevale  l’impegno per la rivalutazione della Mephite di Rocca San Felice, un cammino intrapreso personalmente nel 2011 a causa degli studi su Genista anxantica, e arricchito strada facendo dai soci che annualmente si aggiungono al gruppo originale. Sulla Mephite stanno lavorando in particolare Benito Vertullo e Raffaele Bertolini, l’uno di Fondi, Latina, il secondo di Rocca. L’idea è quella di riscattare il luogo demonizzato dai Latini a più riprese, partendo da Virgilio nell’Eneide (Aen. VII, 563) dove compare come porta degli inferi, a seguire lo scoliasta Servio che parla dell’immolazione delle vittime per soffocamento, per concludere con tutta la latinità che declassa la dea Mephite a divinità delle acque puzzolenti, dei luoghi malarici, delle cloache. Insomma, nello spirito di Benito c’è questo impulso a rivalutare le energie telluriche del luogo, umbilicus Italiae, adottando la dicitura del solo Servio che scrive “Amsancti valles: loci amsancti, id est omni parte sancti”.
Così è andato ad interpellare l’oracolo della dea che gli ha suggerito di scoprire il genius loci, l’anima di questo posto, uno spirito primigenio che sappia dare vita a una nuova era per la Mephite. In comunione con le forze buone di questa divinità plurima, abbiamo individuato in Raffaele Bertolini il predestinato e, nella bottega della Grande Madre, abbiamo studiato questo popolo per ricavarne la giusta immagine, storicamente attendibile. Bertolini è l’unico uomo capace di scendere nel Vado Mortale e raccogliere materiali per le sue creazioni, riguardo alla sua originalità poi, ha l’esatta connotazione stilistica delle creazioni dell’origine, riprende la linea delle xoanon nate dalle mani dell’umanità fanciulla, comuni in tutto il bacino del Mediterraneo, del raggio celtico ma anche d’oltreoceano benché differenti di materiale e dimensione, nell’isola di Rapa Nui. Insomma, lo spirito c’è, la creatività anche, il rapporto profondo e quasi maniacale con la mephite pure, l’abbigliamento lo abbiamo creato, ora occorreva un battesimo per iniziare la sua attività. Ed ecco che si presenta l’occasione, la Auser Uselte di Benevento, solleticata dal presidente Adriana Pedicini, mi propone una giornata alla Mephite per incontrare la ginestra e conoscere i luoghi di cui parlo sempre. Riesce a mettere insieme più di trenta persone ed eccomi a fare il cicerone cercando di riassumere con semplicità le ricerche complicate del geologo Chiodini, il testo dell’archeologa, storica delle religioni Flavia Calisti, gli studi, ormai consegnati nelle mani della Federico II, su Genista anxantica. 43950318_10212775999210517_7355054373967233024_n.jpg
L’Osco ci aspetta sul viale d’ingresso alla Mephite, la sorpresa di tutti è evidente, egli indossa quattro animali, la pecora, la volpe, la capra e il lupo, sono le pelli che il popolo Osco aveva a disposizione, in mano il bastone, elemento presente in diverse sepolture, una parrucca vegetale realizzata con un ceppo di Festuca Heterophylla, pianta tappezzante del bosco di Santa Felicita, il corno di bue annuncia la sua presenza, Benito puntuale riprende ogni cosa. Dopo il primo sbalordimento iniziale ci riuniamo tutti sotto il gazebo per ascoltare la musa che ci narra il mito, la professoressa Pedicini spiega il perché una delle Erinni, Aletto, viene spedita nella Mephite “dismorbando l’aere intorno”, poi recita Virgilio. Il clima è quello giusto, il luogo fuori dal tempo, gli spiriti ormai invasi dagli effluvi della terra sono predisposti alla concordanza. Si discute in modo rilassato, si racconta, si chiede spiegazioni, si è sereni. Sul posto c’è il pittore Felice Storti, lavora ad una grande tela che raffigura la dea, intrattiene gli ospiti. Benito approfitta per una anteprima, ha appena stampato il suo testo fotografico sulla Mephite e ce lo presenta, “La Buona Mephite, 44222059_2115333628530013_241957493721268224_n.jpgVivere e amare la Valle d’Ansanto”. Il testo vede la collaborazione di chi scrive, Ermanno Di Sandro, Norma di Sandro, Giovanni Orsogna, contiene le opere degli artisti che si sono occupati della Mephite: Raffaele Bertolini, Norma Bini, Felice Storti, Cristina Flaviano, Iula Carcieri, Laura Mauro, Maria Comparone, Maria Ciampa, Vittorio Pannone, Anna Scopetta, Rosanna Di Carlo, Alessandro Battaglino, Benito Vertullo. Si tratta di un testo leggero e piacevole ma nello stesso tempo contiene le indicazioni necessarie per accostarsi al luogo con spirito positivo e intelligente. Una nuova stagione deve nascere per questo luogo e il testo è solo l’inizio, sarà l’Osco itinerante a portare la buona novella, la nuova idea di rispetto per la Madre Osca ma non solo, per tutte le creature e tutti i luoghi della Terra. Solo attraverso il rispetto e l’amore per la Madre Terra, Grande Madre, possiamo sperare di arginare i cataclismi che ci attendono. Ecco, questo modo di fare cultura, lontano dalle cattedre ma tra i campi di Sulla coronaria, nei luoghi nodali del territorio, è un modo più diretto che colpisce ed accattiva, chissà che non abbiamo imboccato il sentiero giusto. L’ottimo cibo e l’atmosfera familiare della signora Giovanna, al ristorante La Ruota contribuisce alla riuscita della giornata cui si aggiunge il saluto del sindaco, personaggio che continua ad alimentare la mia personale stima. La visita al museo civico, alla mostra sulla mephite, la passeggiata alla rocca completano la giornata. Un’ultima foto sul donjon, con il sole che ci saluta a ponente, è il patto di comparatico che l’Auser oggi ha stipulato con l’Osco tenendolo a battesimo. Ci chiediamo se siamo ben accetti in questo paesino, lontani da casa, qualcuno penserà come succede a volte in questi luoghi “Ma non hanno niente da fa’ a casa loro!”, mi è capitato altrove.
Siamo mossi da un ideale, una faccenda che non ha a che fare con gli umani, un impegno preso direttamente con la Terra e le sue creature, proseguiamo nel nostro cammino con o senza consensi e sostegni, fin dove le forze ci consentono e dove la voce che è dentro di noi ci porta, siamo in cammino in contatto con lo spirito primordiale cui abbiamo dato corpo ma siamo in ascolto, sempre, della voce profonda che ci riconnette alla Grande Madre, in questo caso sotto il nome di Mephite.
Quotidiano del Sud, 21 ottobre 2017, franca molinaro