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Un confronto tra gli studi di Marija Gimbutas e la Dea Mefite – franca molinaro

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Il Quotidiano dell’Irpinia, domenica 22 marzo 2020
In questi giorni di dolore per la sofferenza e la morte di tanta umanità, relegati vicino al camino per l’ondata di gelo che ci ha investito, impossibilitati da spostamenti oltre il consentito, si ha più tempo per riflettere, rielaborare e perché no, studiare. E così che riprendo tra le mani il bel testo di Marija Gimbutas, “Il linguaggio della Dea. Mito e culto della Dea Madre nell’Europa Neolitica”, di cui ho avuto modo di parlarvi in altri articoli riguardanti la Grande Madre Mefite. Penso e ripenso e sono sempre più convinta che, se esistono delle possibilità di investimento sulla Mefite, quelle devono essere di tipo culturale e non speculativo. Sappiamo così poco su questo luogo, sulla sua spiritualità, storia, archeologia. Per fortuna, dopo dieci anni di lavoro e sollecitazioni è stato preso in considerazione l’aspetto botanico, e Dio li benedica gli studiosi della Federico II, che senza fondi pubblici, hanno trovato il modo di studiare la Genista e l’ambiente circostante. C’è tanto altro però da scoprire, e credo che il desiderio di conoscenza debba guidare amministratori e politici vari, rifuggendo sprechi in altre direzioni effimere. Tutto quanto è stato scritto fin ora non dice abbastanza, occorre uno studio più approfondito partendo dal dato religioso per questo, personalmente, mi ostino a mettermi sulle tracce degli allievi della Gimbutas, ma purtroppo, il detto recita che “Senza soldi non se cantano messe”. Non si può immaginare che un ricercatore affronti, a proprie spese un viaggio dagli States, dietro indicazioni di una sconosciuta giornalista di provincia. Eppure, son convinta che la nostra Dea rientri in quelle studiate dalla ricercatrice lituana in gran parte dell’Europa. Se pensiamo che la dea è la più antica divinità delle nostre contrade ci viene naturale agganciarci all’antichissima religione delle origini professata dai popoli che abitavano gran parte del continente prima delle invasioni degli indoeuropei. La nostra Mefite è quella dea che la Gimbutas sostiene essersi “ritirata nelle foreste o sulle vette delle montagne”, in lei sopravvive la religione delle origini, la prima religione dell’umanità. Il movimento inglese detto Wicca, ricerca questa religione pur non avendo elementi reali cui agganciarsi, noi abbiamo il sito e gli elementi votivi, abbiamo l’effige, e non ci poniamo nemmeno la curiosità di indagare. Fin ora lo studio è stato condotto senza tener conto delle scoperte della Gimbutas, forse perché il mondo accademico rifiuta la concezione matrilineare che la ricercatrice sostiene, solo Flavia Calisti affronta il caso in questa ottica, ma resta un caso isolato e dimenticato. È ora, dato anche le riflessioni di questi ultimi giorni, di dare una svolta alle ricerche sulla nostra Dea, è ora di accettare l’evidenza dei fatti. Potremmo avere da imparare dai nostri antenati preistorici, sicuramente più rispettosi della vita in tutte le sue forme, e riprendere, dopo questo intervallo da incubo, a vivere in modo differente.
Mi piace riportare un passo essenziale dal testo della Gimbutas: «La celebrazione della vita è il motivo dominante nella ideologia dell’arte dell’Antica Europa […]. La Dea era, in tutte le sue manifestazioni, il simbolo dell’unità di tutte le forme di vita esistenti nella natura. Il suo potere era nell’acqua e nella pietra, nella tomba e nella caverna, negli animali e negli uccelli, nei serpenti e nei pesci, nelle colline, negli alberi e nei fiori. Di qui la percezione mistica e mitopoietica della santità e del mistero di tutto quanto è sulla Terra. Quella cultura si deliziò dei prodigi naturali di questo mondo. Il suo popolo non produsse armi letali, né costruì fortificazioni in luoghi inaccessibili,

come avrebbero fatto i successori, anche quando conobbe la metallurgia. Invece costruì magnifiche tombe-santuari e templi, comode abitazioni in villaggi di modeste dimensioni e creò ceramiche e sculture superbe. Fu quello un lungo periodo di notevole creatività e stabilità,un’epoca priva di conflitti. La cultura di quel popolo fu una cultura dell’arte. Le immagini e i simboli derivanti dalle ampie testimonianze archeologiche di quel mondo antico affermano che la cultura della Grande Dea partenogenetica dominò in Europa per tutto il Paleolitico e il Neolitico e nell’Europa mediterranea per la maggior parte dell’Età del Bronzo. La fase seguente, quella degli dei guerrieri, pastorali e patriarcali, che o soppiantarono o assimilarono il pantheon delle dee e degli dei, rappresentò una fase intermedia prima dell’era cristiana e del diffondersi del rifiuto filosofico di questo mondo. Si sviluppò un pregiudizio contro questa mondanità e con questo la ripulsa della Dea e di tutto quello che aveva significato. La Dea gradualmente si ritirò nel profondo delle foreste o sulle vette delle montagne, e là sopravvisse fino ai nostri giorni nelle credenze e nelle fiabe. Seguì l’alienazione dell’uomo dalle radici vitali della vita terrena, e i risultati sono ben evidenti nella società contemporanea. Ma i cicli storici non si fermano mai, ed ora vediamo riemergere la Dea dalle foreste e dalle montagne, recandoci speranza per il futuro, e riportandoci alle nostre più antiche radici umane».

La cartina illustra l’estensione approssimativa della prima civiltà europea denominata “Antica Europa” (7000-3500 a.C.). L’Europa sud-orientale (linea continua) fu il centro di questa civiltà la cui espansione culturale, prima delle invasioni indoeuropee, arrivò a comprendere quasi l’intero continente (linea tratteggiata). Come si nota dalla cartina, l’Italia Meridionale è inclusa nell’area che rappresenta il cuore della civiltà dell’Antica Europa  (Fonte: Marja Gimbutas, Il Linguaggio della Dea, Ed. Neri Pozza, Milano, 1989).

 

ALCUNE RIFLESSIONI SULLA WICCA – Prof. Giovanni Pellegrino – Prof.ssa Ermelinda Calabria

download.jpgLa Wicca non deve essere confusa con le sette sataniche. Riteniamo opportuno dire qualcosa  intorno al modo in cui i Wiccan definiscono la Wicca, considerata dagli storici delle religioni, una religione magica. A dire dei Wiccan, la Wicca non è un movimento magico ma addirittura ”l’antica religione” ovvero la prima religione che sia mai stata praticata sulla Terra. Essi sostengono che tale religione, sebbene nei tempi antichi non fosse denominata Wicca, esiste da oltre 30000 anni. I Wiccan sostengono che la loro religione si basa sulla Natura, sul ciclo delle stagioni e ritengono che la strega debba essere definita la “ saggia” ovvero una persona che crede nel divino e che è presente in tutte le manifestazioni della natura, ne percepisce la forza e cerca di mantenersi in armonia con essa .

Inoltre la strega viene considerata dalla Wicca una persona alla continua ricerca della verità ed una protettrice di tutti gli esseri viventi . I Wiccan sostengono che la maggior parte delle streghe  mandate al rogo dall’Inquisizione non erano adoratrici del Diavolo ma erano adepte dell’antica religione pagana. In sintesi i Wiccan sostengono che la Wicca sia tutto quello che resti dell’antica religione i cui riti e le cui pratiche sono andati in gran parte perduti. Essi si considerano gli unici eredi dell’antica religione anche se ammettono di possedere solamente conoscenze limitate di quella che essi considerano la prima religione dell’umanità. In ogni caso i Wiccan ammettono che non sarà mai possibile recuperare le conoscenze che sono andate perdute.  Dobbiamo anche mettere in evidenza che i Wiccan non credono nell’esistenza del Diavolo che considerano un invenzione della religione cristiana ( Satana è una figura biblica e in quanto tale è in totale antitesi)  con la visione del mondo propria del paganesimo Wiccan .

I Wiccan sostengono di utilizzare la magia solamente per raggiungere fini moralmente leciti cosicchè la Wicca impone ai suoi adepti delle leggi molto rigide che regolano l’utilizzazione della magia .

Molto forte è la polemica anti-cristiana del mondo della Wicca : il Cristianesimo viene accusato di aver perseguitato la religione pagana e di aver tentato in tutti i modi di cancellarla dalla faccia della Terra sovrapponendo feste cristiane a quelle che erano le antiche feste pagane  legate al succedersi delle stagioni. Molta importanza rivestono nella Wicca l’adorazione della Dea con qualche considerazione per il Dio Cacciatore. La Wicca attribuisce molta importanza alle teorie di Margaret Murray  che sosteneva che le streghe mandate sul rogo adoravano non il Diavolo ma il Dio Cacciatore che gli inquisitori confondevano con il Diavolo proprio perché era raffigurato con delle corna in testa. L’antropologa riteneva che tale divinità con le corna era già presente nei graffiti trovati nelle caverne del Paleolitico: doveva trattarsi di una divinità di una civiltà di cacciatori inserita all’interno di un culto sciamanico .

Presumibilmente le popolazioni del paleolitico praticavano dei riti incentrati sulla figura di una divinità con le corna di Cervo per assicurarsi che il bestiame, unica loro fonte di vita, non venisse mai loro a mancare. Con tutta probabilità si trattava di un culto primitivo incentrato sul Dio Cervo che si immola per la salvezza degli uomini e che continua a rinascere per portare continuamente cibo alle popolazioni che lo adoravano.  Secondo i Wiccan il culto della Dea divenne importantissimo nel neolitico in quanto tale divinità aveva il potere di controllare e condizionare tutti i cicli del raccolto e della vendemmia dai quali dipendeva la sopravvivenza delle civiltà basate sull’agricoltura. La Dea poteva assumere varie forme e caratteristiche . Ella era a volte arida a volte fertile poteva essere sia la Luna piena sia la luna nuova prendere il triplice aspetto di fanciulla , donna adulta ed anziana .

Secondo la Murray il Pantheon e la complicata mitologia delle varie religioni pagane derivano da queste due divinità primordiali. Attualmente uno dei fini più importanti che i Wiccan si propongono di raggiungere è quello di portare in auge il culto della Dea tanto che a loro dire non può esistere una vera spiritualità senza l’adorazione della Dea .

Le principali feste della Wicca avvengono in particolari giorni dell’anno poiché in tali giorni, a detta dei Wiccan, le divinità sono più disposti a manifestarsi agli esseri umani e il mondo terreno si avvicina a quello metafisico in quanto si creano dei ponti che uniscono le due dimensioni.

Una delle più importanti feste della Wicca è imbolc  ( primo febbraio)  che segna per i Wiccan l’inizio della primavera e nel quale viene festeggiata la dea Brigit. Nella notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio viene celebrato il primo Sabba. Tale festa segna anche la fine del dominio del Dio dell’ Inverno. Un altra festa della Wicca molto importante è il Bell time primo (maggio). Trattasi di una festa di gioia che segna l’inizio dell’estate e dell’era della Luce nella quale sono presenti libagioni, banchetti all’aperto. Riveste molta importanza anche il Lumia sard ( 1 agosto ) festa dedicata al Dio dell’ Autunno: essa giunge al momento del raccolto e accompagna l’avvento della marea oscura dei freddi invernali che giungeranno nei mesi seguenti . Le giornate diventano in questo periodo dell’anno più corte facendo comprendere che l’estate sta per fornire. Il Lumia Sard non è una festa di gioia e di letizia ma di meditazione e di raccoglimento intorno alla figura del Dio dell’ Autunno .

Particolarmente importante è il Samain ( 1 novembre ) nel corso del quale viene festeggiata la fine definitiva dell’estate: tale ricorrenza è considerata dai Wiccan la più importante del loro calendario essendo considerato il capodanno Wiccan nonché il Saba più importante. Nel calendario della Wicca rivestono molta importanza gli equinozi e i solstizi. Nell’Equinozio di primavera viene celebrato il grande Saba della primavera : nella notte del solstizio d’estate viene celebrato il grande Saba della Terra; nella notte dell’equinozio d’autunno si svolge il grande Saba di autunno; nella notte del Solstizio d’ inverno si celebra il grande Saba d’Inverno. Complessivamente nel calendario della Wicca esistono otto Saba di grande rilievo noti in tutte le tradizioni magiche festeggiabili sia dai Wiccan solitari sia da quelli che fanno parte di un Coven ( gruppo di streghe ). A detta dei Wiccan lo scopo principale di tali feste è quello di avvicinarli alle loro divinità.

Concludiamo il nostro discorso intorno alla Wicca mettendo in evidenza che esistono tra i Wiccan diverse correnti che si differenziano tra loro per caratteristiche non trascurabili. Esistono poi i cosiddetti Wiccan solitari che non fanno parte di nessuna corrente e di nessun Coven. Spesso tali Wiccan solitari sono entrati a far parte della Wicca con il meccanismo dell’autoiniziazione cosicché risulta molto difficile calcolare il numero totale degli adepti. Tuttavia, nel mondo occidentale, negli ultimi decenni, si è verificato un notevole aumento del numero dei Wiccan.

Le erbe svedesi, franca molinaro

treben-maria.jpgArticolo pubblicato sul Quotidiano del Sud
Chi mi conosce sa che da diversi anni combatto con i postumi di un brutto male, problema che non si può nascondere essendo particolarmente evidente. Infatti, il mio braccio sinistro, da quasi vent’anni era terribilmente gonfio. Un linfedema incurabile mi ha invalidata per tanti anni con conseguenze molto gravi in diversi ambiti. A parte i dolori dell’arto, la sua pesantezza, l’impossibilità di fare determinate cose, anche l’amarezza di non poter indossare quelle belle giacche che ho sempre amato. Ho girato mezza Italia per risolvere o arginare il problema ma dopo tante diagnosi nessuna terapia ha funzionato. Sono stata anche oggetto di studio per una tesi di laurea sperimentale, ma, con tutta la buona volontà della laureanda, il risultato è stato minimo. Insomma, non sto qua a raccontarvi la mia storia, ma un accenno è indispensabile per comprendere quanto vi dirò di seguito. Ebbene, da che mi occupo di erbe ho sempre sperimentato sulla mia persona ogni pozione, unguento, impiastro, ed anche stavolta è andato come segue. Avevamo scoperto, io e la mia amica Yvonne, un vecchio testo di Maria Treben, una donna austriaca che fu iniziata all’erboristeria dalle proprie disgrazie. Per guarire se stessa iniziò a sperimentare le erbe del suo territorio fino a diventare così esperta da guarire altre persone. Alla fine scrisse le sue esperienze in testo che titolò: “La salute dalla farmacia del Signore”. La mia amica Yvonne, sempre a studiare i suoi vecchi testi tedeschi, incrociò anche questo e decise di preparare uno dei rimedi più conosciuti e pubblicizzati della Treben. Fece i suoi acquisti in Germania, là son più attenti di noi alle sorelle verdi, e si mise all’opera, macerò le erbe secondo le indicazioni del testo, filtrò, imbottigliò e mi portò una piccola bottiglina piena di un liquido scuro e dall’odore completamente nuovo per il mio naso. Leggemmo insieme tutto il capitolo dedicato all’argomento e decisi che avrei provato subito la pozione. Yvonne mi indicava le gocce per uso esterno ma io volli provare l’assunzione per via orale pensando di beneficiare in todo delle proprietà. Trenta gocce ogni sera prima di andare a letto per sei mesi, e poi si è verificato il miracolo, il mio braccio che nessun luminare è riuscito a sgonfiare, ora è quasi normale. L’edema è defluito, la pesantezza è naturalmente diminuita e con essa anche i dolori atroci tra cervicale, scapola e articolazione scapolomerale. Con gioia indescrivibile indosso di nuovo qualche giacca abbandonata nell’armadio senza speranza di riprendere aria. Purtroppo restano tutti gli altri problema legati ai postumi della malattia ma almeno l’edema è parzialmente sconfitto.
Ho atteso un anno per parlare di questo argomento perché volevo esser sicura di ciò che andavo raccontando, ora posso garantire che nel mio caso le erbe svedesi hanno avuto un risultato apprezzabile. Spero pertanto che, quanti soffrono di questo disagio, soprattutto le donne che hanno subito un intervento di mastectomia, possano trovare giovamento con questo rimedio.
Il rimedio è chiamato Amaro Svedese di Maria Treben, ma la ricetta fu reperita dalla Treben in un antico manoscritto di un medico svedese, il dottor. Claus Samst, morto all’età di 104 anni. Il medico, a sua volta, aveva tratto appunti dagli scritti di Paracelso (1493-1541) che lo aveva chiamato Elixir ad Longam Vitam e l’aveva studiato per armonizzare tutte le principali funzioni dell’organismo.  Questa si direbbe l’ipotesi più accreditata. La ricetta non è unica,  c’è una lista di erbe che compongono gli ingredienti base ai quali vengono aggiunte altre erbe, a discrezione del produttore. Gli ingredienti di base più utilizzati per la preparazione della tintura madre sono: Mirra (Commiphora myrrha), foglie di Senna (Cassia angustifolia), Zafferano (Crocus sativus), radice di Angelica (Angelica archangelica), radice di Rabarbaro (Rheum rhabarbarum), Carlina (Carlina vulgaris), Radice di Zedoaria (Curcuma zedoaria), Teriaca Veneziana, Canfora naturale, Manna. Aloe vera (Aloe barbadensis). La teriaca veneziana è un miscuglio di erbe a discrezione di chi la prepara. Queste sono le erbe necessarie per la preparazione della tintura alcolica. L’unico ingrediente che può essere sostituito è l’aloe. Al suo posto può essere utilizzato l’assenzio (Artemisia absithiume), con proprietà tonificanti e rinforzanti del sistema immunitario. Oggi è possibile acquistare in erboristeria la miscela già pronta e macerarla in alcol seguendo le indicazioni. Una volta pronto, l’amaro può essere assunto in gocce o ad uso esterno per svariate patologie. Dal mal di stomaco alle contusioni, dolori mestruali, punture d’insetti ecc. Nella ricetta della Treben non era contemplata la terapia contro gli edemi, è una scoperta che ho fatto personalmente sulla mia persona e la ritengo di grande importanza per chi soffre di questa patologia. Come tutte le erbe, può capitare che a qualche persona può non far bene o causare addirittura allergie, ma questo è risaputo per ogni cosa, anche per le medicine. Per chi volesse approfondire l’argomento, può scaricare dalla rete il testo della Treben che è in pdf gratuito. Questa donna straordinaria, molto cattolica, ha donato il suo sapere empirico a chi crede che “v’è un’erbetta per ogni patologia”. Inoltre il preparato può essere acquistato già pronto in erboristeria evitando i vari passaggi complicati per chi non è avvezzo a queste manipolazioni.mAuguro a chi ha bisogno di trovarne giovamento.

UNA BREVE STORIA DELLA WICCA, prof. Giovanni Pellegrino & prof.ssa Ermelinda Calabria

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Doreen Valiante

In tale articolo tracceremo una breve storia della Wicca considerata dai wiccan la più antica religione esistente sul nostro pianeta dal momento che essa sarebbe stata praticata sin dall’epoca preistorica ( trattasi una religione magica in quanto le divinità vengono adorate mediante rituali magici .
Per prima cosa riteniamo opportuno chiarire da dove viene fuori la parola Wicca che designa questa nuova religione. Wicca deriva dalla parola inglese” withkraft” che sta ad indicare la pratica della stregoneria.
Gardner il fondatore della Wicca è stato colui che ha coniato tale termine. La Wicca è stata molto influenzata dalla tradizione celtica e si propone in primo luogo di adorare la Dea e rispettare ed onorare la natura. I wiccan si propongono altresì di restaurare l’antico paganesimo e sostengono di rifiutare qualsiasi tipo di magia nera ritenendo accettabile solamente
la magia che si pone come fine quello di favorire l’evoluzione spirituale degli individui e la sempre maggiore armonizzazione tra l’uomo e la natura.
Prima di parlare di Gardner esporremo il pensiero di Leland e della Murrey che occupano un posto importante nella visione del mondo e della storia dei wiccan . Per quanto riguarda Leland ( visse nell ‘800 ) dobbiamo dire che è colui che ha elaborato la teoria della “ vecchia religione”, uno dei pilastri della visione religiosa dei wiccan . Leland ebbe modo di entrare in contatto con una strega toscana che gli mostrò un manoscritto intitolato “ Il vangelo delle streghe “ che risalirebbe all’epoca etrusca . Leland ritenne che il Vangelo delle streghe costituisse la prova inconfutabile del fatto che esistesse un culto pagano nascosto nell’ombra, riuscito a sopravvivere alla vittoria del cristianesimo . Dobbiamo tuttavia mettere in evidenza che nelle carte di Leland non è mai stato trovato il manoscritto originale ma solamente una sua trascrizione. Riguardo alle teorie della Murray, che
influenzarono molto Gardner, l’antropologa sosteneva che le
streghe mandate sul rogo dalla Inquisizione non erano adoratrici del diavolo ma erano adepte di un’antica religione precristiana che nonostante le persecuzioni subite sarebbe riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri . Dobbiamo precisare che la teoria della Murrey, che considera le streghe adoratrici di antiche divinità pagane, non è stata accettata da nessun importante storico della stregoneria ( tale teoria è stata definita dagli storici della stregoneria “ eresia murreyita”.
Detto ciò parleremo della fondazione della Wicca ad opera di Gardner. Gardner nacque nel 1884, visse per molti anni in Oriente, poi tornò in Inghilterra ed entrò in contatto con una congrega di streghe tra le quali conobbe la” Vecchia Doroty”, una strega che praticava la magia da tempo immemorabile . Ella praticava una stregoneria pagana non basata sul culto del diavolo ma di divinità precristiane. Tale forma di stregoneria restò completamente segreta sino al 1949, anno nel quale Gardner pubblicò un libro sotto forma di romanzo nel quale si faceva riferimento all’esistenza della stregoneria pagana ( Wicca ). Il 1949 viene considerato l’anno nel
quale nacque la Wicca. La pubblicazione di tale libro suscitò una
marea di polemiche che in ogni caso contribuirono a suscitare nel pubblico un forte interesse. Tale interesse aumentò ancora nel 1954 anno nel quale Gardner pubblicò un altro libro non più sotto forma di romanzo ma di saggio . Nel 1953 avvenne un evento molto importante nella storia della Wicca : Gardner iniziò a tale religione magica Doreen Valiante destinata a diventare uno dei personaggi più importanti ed influenti della stregoneria pagana . Doreen Valiante fu per molti anni la più stretta collaboratrice di Gardner tuttavia dal 1957 in poi i rapporti tra Gardner e la Valiante
divennero conflittuali per diverse ragioni .
In primo luogo la Valiante non condivideva il fatto che Gardner aveva la tendenza a spettacolarizzare le dottrine della Wicca nel tentativo di attirare l’ interesse del grande pubblico e dei mezzi di comunicazione di massa.
In secondo luogo la Valiante fu molto irritata ed indispettita dall’affermazione di Gardner riguardante l’età della sacerdotesse . Egli sosteneva che una sacerdotessa una volta  superato una certa età doveva cedere il posto a una donna più giovane .
In terzo luogo la Valiante contestò l’esistenza della “ Legge del tre” a cui Gardner attribuiva grande importanza . Tale legge affermava che qualunque cosa venisse “inviata” in un rito magico tornava indietro triplicata a colui che aveva effettuato il rito magico, sia nel bene che nel male. La Valiante sosteneva che era assurdo ritenere che esistesse una forma speciale di Karma valida solamente per coloro che praticavano la magia. In quarto luogo la Valiante a differenza di Gardner, convinto che esistesse una sola tradizione nel mondo della stregoneria , era convinta che la Wicca fosse sopravvissuta nel corso dei secoli in molti gruppetti isolati e che per tale ragione non esisteva una sola tradizione ma molte congreghe con rituale e tradizioni simili ma non identici . Alla fine Gardner e la Valiante ruppero i rapporti e nacquero molte correnti all’interno della Wicca anche in conseguenza del forte individualismo presente nei wiccan .
Chiudiamo tale articolo sulla storia della Wicca mettendo in evidenza che negli ultimi decenni essa ha registrato un notevole aumento del numero degli adepti nel mondo occidentale .