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Maggio Salesiano 2023- Firenze

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Arte tra cielo e terra. (Franca Molinaro)
Anche quest’anno si è rinnovato l’appuntamento con l’arte per i Salesiani di Firenze, un appuntamento giunto ormai alla tredicesima edizione grazie all’impegno dei coniugi Radassao e D’Argenio. Il Maggio Salesiano è un mese di eventi tra arte, cultura, fede, organizzati dalla Parrocchia della Sacra Famiglia in Via Gioberti, nello storico istituto dell’Opera Salesiana. Dal 4 al 30 maggio si susseguono gli incontri con autori, artisti, giornalisti, uomini di fede. Non manca la notte bianca per il 25 cm, in cui restano aperte le botteghe, la strada si anima con giochi, musica e cena all’aperto. La mostra di pittura, allestita nei locali della libreria Gioberti, è aperta per tutto il mese. Gli artisti provengono soprattutto dalla Toscana ma non mancano altre regioni. Anche le tecniche sono diverse, vanno dalla terracotta all’olio su tela, l’acquerello, l’acrilico, il legno scolpito, la terracotta. Ogni anno i redattori della mostra propongono un tema ampio da poter spaziare agevolmente tra i soggetti, ma profondo, tanto da toccare le corde più intime dell’anima. Quest’anno il tema è “Arte, tra cielo e terra”, arte come collegamento tra materiale e spirituale, tra divino e umano, così ognuno ha colto quanto la sua sensibilità ha evocato, rendendo in materia cromatica o plastica la propria idea di congiunzione degli elementi, dato che, come scrive Don Andrea Marianelli, i due elementi non vanno contrapposti “poiché l’uno illumina l’altro”. Giovanni Serafini, giovane ma esperto Storico dell’Arte, vede nelle opere di questa mostra, preghiere che l’artista eleva al Signore, egli compie una sorta di ri-creazione dell’atto primordiale. Il titolo di Madrina della mostra è toccato a una grande donna del panorama culturale fiorentino, l’artista Mara Faggioli, fine pittrice, scultrice e poetessa, presente con la sua scultura in refrattario bianco “Solidarietà”.
Ed ora vediamo i partecipanti. Roberta Caprai presenta due opere ad olio su tela, dedicate alla natura, un Carpobrotus al balcone ed una marina al tramonto, ricordando che la bellezza è infinita tra le creature di Madre Terra.
Mauro Castellani si spinge oltre la materia che trasmuta se ad animarla è il figlio di Dio, così dipinge il trittico “La crocifissione in terra e il suo riflesso in cielo”.
Filippo Cianfanelli si presenta con due opere che riassumono la sua capacità di spaziare da una materia all’altra ottenendo sempre ottimi risultati. I “Papaveri” su tela mostrano l’abilità di maneggiare i colori in modo estemporaneo e pulito, mentre la ceramica su legno “Polvere di stelle” sottolinea la sua versatilità.
Per Carla Croci è l’icona bizantina che loda il valore della famiglia tra “Paternità” e “Annunciazione”, nell’antico solco della pittura preghiera dove la materia terra grava nei toni scuri mentre il cielo tramuta in oro, luce divina.
Adriana D’Argenio, sfruttando l’antica tecnica della tempera ad uovo reinventa i soggetti e li pone “Tra cielo e terra”, romantica  memoria di Friedrich, l’uomo che si misura con l’infinito,  o l’infuocata atmosfera dell’”Annunciazione” in cui la vergine costituisce il punto di incontro tra la materia e lo spirito.
Regina de Leon è una pittrice filippina residente a Firenze, propone, attraverso le sue due opere, i due stati del Cristo, il terreno “Questo è il mio corpo”, con la sua offerta simbolica che annuncia la transustanziazione, e il Cristo Re “Fedele e Veritiero”, condottiero delle milizie celesti.
Catia Funai presenta due acquerelli di eccellente fattura, in un’atmosfera vaporosa che confonde la solidità della terra e l’inconsistenza del cielo, “Neve”. In “Papaveri”, il rosso caldo dei fiori sposa il blu freddo e plumbeo del cielo grazie a una luce sapiente che giunge da un orizzonte lontano e indefinito.
Chiara Giannoni interpreta il tema attraverso due immagini fotografiche “Ostacoli” e “Yakamoz”, la prima è una rete che imbriglia lo spirito e lo trattiene, la seconda è la risoluzione del problema, l’anima libera può elevarsi ed espandersi, compenetrare l’immensità offerta dal cielo e dal mare, nei bagliori della luna. 
Carlo Gioia, ben noto per la sua ricerca affannosa del simbolo, dell’esoterico, della verità celata tra pieghe di reminiscenza e comuni archetipi, presenta “Senex”, il viandante che persegue la sua meta sostenuto da un bastone, e “Caino”, l’uomo che ha caricato su di sé la responsabilità dell’intera umanità.
Angela Giuliani Perugi è presidentessa di “Tabula Picta”, la scuola che recupera l’antica tecnica della tempera grassa. Presenta due opere, “Autunno 2022” in cui la bellezza del paesaggio, l’armonia dei colori, la tranquillità emanata dai due asinelli in primo piano, testimoniano la serenità della sua anima. La stessa quiete si legge in “Autoritratto”, nello sguardo, nel sorriso, nella luce calda del suo studio.
Maria Luisa Manzini propone due paesaggi addolciti dagli ulivi dei poggi toscani, “Luce” e “Silenzio”. I colori sono freddi e la tecnica, seppur olio su tela, rimanda all’acquerello, un morbido stemperarsi di toni distesi che invitano l’anima alla riflessione, all’introspezione.
Elena Migliorini presenta due oli su tela, “Nuovo tribunale” è l’imponente costruzione del Tribunale di Giustizia di Novoli, una struttura moderna che si staglia contro il cielo; “Pensieri” è una coppia stesa sul prato tra terra e cielo.
Elisabetta Paci dipinge un grazioso quadretto “Lo scoiattolo” il simpatico animaletto che trascorre la vita sospeso tra cielo e terra. “Ramo di ciliegio in vaso” è un olio di squisita fattura fiamminga dove fiori e vaso si illuminano di una morbida luce capace di rendere tutta la bellezza della composizione.
Maria Luisa Pedone omaggia tre amiche con i suoi ritratti: “Adriana”, “Elisabetta”, “Carla”, scegliendo l’antica tecnica della tempera ad uovo su tela.
Carmen Radassao attraverso le foto digitali “Inno alla vita” ricorda che la bellezza è anche su questa terra se la si sa guardare, nei tramonti, nelle foglie di banano, nelle piccole cose di Madre Natura.
Pier Nicola Ricciardelli dimostra come ogni tecnica può dare ottimi risultati avendone padronanza, in questo caso i ritratti a pastello colgono la briosa espressione di una fanciulla “Tra cielo e terra il sorriso di una bimba può essere arte” e il volto pensieroso di una donna “Dalla terra al cielo”.
Angelo Rizzone propone due marine, “Ischia (Cielo di pioggia verso il sereno) dove i fotogrammi illustrano il divenire del tempo atmosferico; “Orizzonte” è la linea che unisce cielo e terra regalando all’uomo e alle altre creature del pianeta, la vita.
Marina Rotriquenz presenta una tecnica mista di acquerelli e pastelli “La Neve” capace di creare un’atmosfera irreale, così come “Tra terra, cielo e acqua”, i giochi cromatici rimandano a una dimensione onirica, fluttuante tra i tre elementi.
Infine, la mia opera, “Tra cielo e terra, l’albero cosmico”, bassorilievo su multistrato a pirografo e mordente. L’albero è uno dei più importanti mitologemi universalmente riconosciuti. Le sue radici nel suolo profondo e i rami svettanti nell’azzurro del cielo sono visibilmente il collegamento tra cielo e terra. L’umanità tutta, nei quattro angoli del pianeta, lo ha eletto ad asse del mondo, una forza strutturale che sta al centro dell’Universo e mette in comunicazione l’alto e il basso, il mondo materiale e spirituale.
Infine, il catalogo della mostra in copertina porta un dipinto di Usayk Andrey “La mia Ucraina”, un campo di grano ed una mulattiera che termina all’orizzonte, una speranza per il futuro. Sicuramente l’Ucraina che vorremmo tutti, senza guerre fratricide, senza invasori e invasati, ma una terra dove ancora può crescere il grano e maturare tranquillo sotto l’azzurro del cielo per confermare i colori della bandiera.


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